Secondo l’Osservatorio del PoliMI i nuovi flussi nel 2022 aumentano del 27% trainati dall’immobiliare.
L'industria italiana del crowdinvesting è in buona salute e si conferma un'ottima opportunità per le imprese che vogliono finanziarsi (startup e Pmi più in difficoltà nel trovare capitali) e per gli investitori a caccia di rendimenti. Rispetto ad un anno fa la raccolta è cresciuta del 27% con flussi pari a 430,6 milioni. Ma il 2022 parte con un segno negativo, con la raccolta del primo semestre in flessione del 2,2% rispetto al secondo semestre del 2021.
Dal 2014 le 90 piattaforme attive segnano una raccolta complessiva che supera il miliardo di euro (1.129,80 milioni). In particolare sono 129 i progetti di equity crowdfunding focalizzati sui criteri Esg, che hanno raccolto 58,26 milioni di euro.
Sono alcune delle principali evidenze del settimo report italiano sul Crowdinvesting realizzato dall'Osservatorio omonimo della School of Management del Politecnico di Milano che ha analizzato gli ultimi 12 mesi fino alla data del 30 giugno scorso.
Sotto la lente finisce quel sottoinsieme del crowdfunding che permette a persone fisiche e a investitori istituzionali e professionali di aderire direttamente, attraverso una piattaforma Internet abilitante, a un appello per raccogliere risorse destinate a un progetto imprenditoriale, concedendo un prestito (lending-based model) oppure sottoscrivendo quote del capitale di rischio della società (equity-based model).
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