L’era del neomutualismo è già iniziata, e le potenzialità sono enormi.

Neomutualismo: così si possono ridisegnare economia welfare e società.

La pandemia da Covid 19 nella percezione delle persone ha ricentrato priorità e valori, fungendo da acceleratore di processi che si muovevano già sottotraccia nelle nostre società. Disvelando anche le insufficienze dei modelli economico-sociali imperanti, facendo soprattutto riemergere la voglia di (ri)trovare un 'senso'.

Anzitutto alla propria vita e al proprio impegno, e poi anche alla funzione di tutti i soggetti sociali: dalle imprese alle istituzioni, riconsiderando i modelli, non dandoli più per scontati ma cercando la possibilità di un’alternativa migliore che in nuce era stato possibile individuare proprio nel momento di massima crisi insieme sanitaria, economica e sociale.

Attraverso l’esperienza di un 'male comune' appare evidente che cosa sia concretamente il 'bene comune' e come questo passi dalla convergenza e responsabilità di tutti. Su questo tema Paolo Venturi e Flaviano Zandonai hanno pubblicato 'Neomutualismo. Ridisegnare dal basso competitività e welfare', una sorta di 'manifesto' di un nuovo modello economico e sociale, o meglio un nuovo 'meccanismo sociale'.

il 'neomutualismo' viene proposto come un innovativo paradigma terzo, capace non semplicemente di 'riparare' ai fallimenti del mercato e delle politiche pubbliche, ma di generare impatto sociale dalle principali trasformazioni socio-tecnologiche, in modo che politica ed economia si rifondino intorno a un nuovo 'terzo pilastro' comunitario.

Interessante come in questo contesto le evoluzioni di alcune piattaforme di crowdfunding donativo come Produzioni dal Basso sono emblematiche con fondazioni, banche, imprese, università ed enti pubblici che si sono proposti quali co-finanziatori di campagne di raccolta fondi su specifiche tematiche o territori.

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